I giornali di don Alberione

Ora è una holding di giornali, riviste, libri, film. Ora è la San Paolo. A costruirla è stato un prete gracile nato nelle campagne di Fossano, nella fattoria delle Peschiere di San Lorenzo, a pochi passi da un santuario della Madonna. Si chiama Giacomo Alberione.
A colpirlo profondamente è la frase di un vescovo: "Se san Paolo vivesse ai nostri giorni, farebbe il giornalista". I giornali, dunque, come strada per diffondere il messaggio di Gesù. Un'impresa facile a dirsi, non a farsi.
Giacomo Alberione diventa don nel 1907 (era nato nel 1884) e comincia come viceparroco a Narzole. Ma è ad Alba, nel 1913, che mette il primo mattone del suo impero quando gli viene affidata la direzione della Gazzetta d'Alba. Quasi contemporaneamente apre la Scuola tipografica, un laboratorio che diventerà palestra per centinaia di giovani.
Duri e poverissimi sono quegli anni perché come tutti i grandi fondatori don Alberione non ha una lira. Ma resiste e, soprattutto, affascina scrivendo le prime pagine di una scienza fino ad allora praticamente sconosciuta, quella delle comunicazioni sociali sulla quale, molti anni dopo, andrà a riferire ai vescovi di tutto il mondo in Concilio a Roma.
Attorno a lui mette radici la famiglia che tra il 1914 e il 1960 si trasforma in nove istituti religiosi di cui i più importanti sono la Pia Società San Paolo e la Pia Società Figlie di San Paolo. Infatti coloro che lavorano con lui, ben presto, abbracciano la vita religiosa e professano i voti di obbedienza, castità, povertà.

"Non dovete e non potete essere degli editori qualsiasi" diceva, "ma degli operai della vigna del Signore a tempo pieno". In particolare i sacerdoti si occupano delle redazioni dei suoi giornali, i cooperatori laici della tecnica, le suore delle vendita e della diffusione.
Ma nessuna organizzazione così può reggere senza un appoggio costante di preghiere.
Per questo nasce la congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro che si dedicano esclusivamente alla preghiera e all'adorazione.
"Invadere il mondo". La Congregazione ha il cuore di san Paolo. Il cuore di san Paolo dimenticava forse qualcuno? Qualche nazione? Qualche regione?

La sua diventa, con gli anni, una splendida orchestra nella quale ognuno suona il suo strumento, ma rispettando i tempi degli altri e, soprattutto, producendo un concerto di rara maestria. Un concerto che ha nomi diversi: il più famoso è quello del settimanale Famiglia cristiana, ma anche Vita Pastorale, il Giornaùno, Jesus.

E stato un grande prete, ma anche un ottimo manager, soprattutto un apostolo. Ed è ciò che chiedeva ai suoi seguaci: diventare comunicatori nel nome del Vangelo. È il 1931 quando dà vita al giornale oggi più diffuso e conosciuto, Famiglia Cristiana, ma gli anni di don Alberione sono una fioritura di giornali, di libri, di film, perché sarà Lui il primo a provate quel nuovo filone della comunicazione con le riprese di "Saul e David".
Muore a Roma, dove riposa, nel 1971

Tratto da: G. R. Ricciardi, I Santi sociali in Piemonte, ed. Priuli & Verlucca